Siccome parlerò in maniera più o meno approfondita di tutto il racconto, se non l'avete letto e NON volete anticipazioni, fermate la lettura ;)
Questo è il primo post che creo su un manga inedito in Italia, quindi cercate di essere clementi :)
Vorrei parlarvi brevemente di"Shiroi Heya no Futari" opera del 1971 (quindi di 43 anni fa) scritta e disegnata da Ryoko Yamagishi, una delle cosiddette"Year 24 Group" ovvero fa parte di quelle mangaka nate pressapoco sul finire degli anni '40 e che hanno portato nel campo degli shoujo manga parecchia innovazione per quei tempi (come appunto elementi shounen-ai, shoujo-ai, horror e via dicendo). Di queste mangaka fanno parte anche Moto Hagio, Keiko Takemiya e Yumiko Ooshima.
In ogni caso potete leggere di più su queste meravigliosi autrici tramite il blog di Una Stanza Piena di Manga.
Siamo a Marsiglia, nel sud della Francia. Sebbene non è indicato nessun indizio temporale, da come sono vestiti i vari protagonisti si può benissimo intendere che la storia è ambientata negli anni '70, ovvero nello stesso periodo in cui l'autrice la stava scrivendo.
Resine è un'orfana di discendenze nobili che dopo la morte dei genitori avvenuta in un'incidente automobilistico, viene presa in custodia dalla zia.
Non sembra scorrere buon sangue tra la ragazza e la zia, che sembra più interessata all'eredità della giovane che al suo bene.
Così Resine va in un collegio femminile, anche per staccarsi dal nuovo ambiente famigliare. La sua compagna di stanza è la bella e turbolenta Simone, che si scoprirà essere figlia di un'affascinante attrice che ama circondarsi di giovani uomini ma che sembra essere disinteressata del tutto della vita di Simone. Quest'ultima, dai lunghi capelli corvini e gli occhi scuri, alta e con le gambe longilinee sembra quasi essere l'esatto opposto di Resine, che invece è bionda, ha gli occhi chiari ed è di statura minuta.
Resine, che fin'ora ha vissuto come dentro una campana di vetro, rimane allibita dai comportamenti disinvolti di Simone, come quello di fumare abitualmente e di scappare dal collegio per andare chissà dove (si dice con dei ragazzi).
In realtà Simone proprio come la madre, ama recitare e fa parte di una compagnia dilettante che si ritrova in una bettola poco distante dal collegio.
A poco a poco Resine rimane affascinata dal personaggio di Simone, così diversa da lei. E la recita di "Romeo e Giulietta", dove Romeo sarà interpretato da Simone e Giulietta di Resine, sarà lo spartiacque di questa storia. Un bacio che doveva essere accennato durante le prove, nella recita vera e propria sembra essere qualcosa di più.
Le due iniziano a incontrarsi nei giardini del collegio, tra occhi indiscreti. Dolci parole e sguardi d'intesa, che però spaventano a morte Resine, che non vuole essere tacciata per lesbica e non accetta proprio la parola. Quando una compagna le vede vicine ed iniziano a circolare voci su di loro, Resine prega Simone di presentargli qualche ragazzo e di dimenticare ciò che è successo tra di loro.
Durante l'incontro con un ragazzo, Resine però sembra con la testa da un'altra parte e il suo pensiero va a Simone, che nello stesso locale è corteggiata da un insistente collega/attore.
Di ritorno al collegio, Resine si arrende al suo sentimento per Simone ma è troppo spaventata per questo nuovo tipo di sentimento, e la parola "lesbica" la spaventa a morte.
Durante le vacanze estive, Resine riceva una telefonata: viene a sapere che Simone è stata uccisa da quel collega/attore che lei rifiutava strenuamente.
La ragazza è sconvolta, e torna al collegio. Qui incontra il ragazzo che gli aveva fatto conoscere Simone e che gli racconta per filo e per segno tutto il tragico fatto.
Prima di andarsene, consegna a Resine una lettera che è stata trovata nella scrivania di Simone. La destinataria è proprio Resine, e nelle lettera è riportata una poesia che lei stessa aveva recitato giorni prima davanti alla classe: "ora che l'ho conosciuta, io devo morire. Per quel sorriso splendente, così difficile da descrivere, devo morire. Per quelle mani chiare e delicate devo morire...".
Molto toccante anche il dialogo interiore finale di Resine, quasi commovente: "Simone ora che sei morta, siamo legate per l'eternità. Questo dolore lacerante che sento, non puo' essere altro che amore. Questo dolore è la punizione per essere scappata da te e dal tuo sentimento d'amore. Poichè non posso morire, avrò un cuore di pietra per il resto dei miei giorni".
C-A-P-O-L-A-V-O-R-O.
Il tratto di Ryoko Yamagishi è si bello e curato, ma essendo un lavoro del '71 risulta ancora piuttosto acerbo, specie per quanto riguarda i volti dei personaggi secondari. Apparte questo, rimane un disegno che per l'epoca è molto accattivante e curato, soprattutto per quanto riguarda i vestiti e le acconciature delle protagoniste.
Uno shojo-ai [amore tra ragazze] molto breve (80 pagine circa) ma davvero intenso.
******Inedito in Italia******
Storia: 9
Disegni: 8,5
Questo è il primo post che creo su un manga inedito in Italia, quindi cercate di essere clementi :)
Vorrei parlarvi brevemente di"Shiroi Heya no Futari" opera del 1971 (quindi di 43 anni fa) scritta e disegnata da Ryoko Yamagishi, una delle cosiddette"Year 24 Group" ovvero fa parte di quelle mangaka nate pressapoco sul finire degli anni '40 e che hanno portato nel campo degli shoujo manga parecchia innovazione per quei tempi (come appunto elementi shounen-ai, shoujo-ai, horror e via dicendo). Di queste mangaka fanno parte anche Moto Hagio, Keiko Takemiya e Yumiko Ooshima.
In ogni caso potete leggere di più su queste meravigliosi autrici tramite il blog di Una Stanza Piena di Manga.
Siamo a Marsiglia, nel sud della Francia. Sebbene non è indicato nessun indizio temporale, da come sono vestiti i vari protagonisti si può benissimo intendere che la storia è ambientata negli anni '70, ovvero nello stesso periodo in cui l'autrice la stava scrivendo.
Resine è un'orfana di discendenze nobili che dopo la morte dei genitori avvenuta in un'incidente automobilistico, viene presa in custodia dalla zia.
Non sembra scorrere buon sangue tra la ragazza e la zia, che sembra più interessata all'eredità della giovane che al suo bene.
Così Resine va in un collegio femminile, anche per staccarsi dal nuovo ambiente famigliare. La sua compagna di stanza è la bella e turbolenta Simone, che si scoprirà essere figlia di un'affascinante attrice che ama circondarsi di giovani uomini ma che sembra essere disinteressata del tutto della vita di Simone. Quest'ultima, dai lunghi capelli corvini e gli occhi scuri, alta e con le gambe longilinee sembra quasi essere l'esatto opposto di Resine, che invece è bionda, ha gli occhi chiari ed è di statura minuta.
Resine, che fin'ora ha vissuto come dentro una campana di vetro, rimane allibita dai comportamenti disinvolti di Simone, come quello di fumare abitualmente e di scappare dal collegio per andare chissà dove (si dice con dei ragazzi).
In realtà Simone proprio come la madre, ama recitare e fa parte di una compagnia dilettante che si ritrova in una bettola poco distante dal collegio.
A poco a poco Resine rimane affascinata dal personaggio di Simone, così diversa da lei. E la recita di "Romeo e Giulietta", dove Romeo sarà interpretato da Simone e Giulietta di Resine, sarà lo spartiacque di questa storia. Un bacio che doveva essere accennato durante le prove, nella recita vera e propria sembra essere qualcosa di più.
Le due iniziano a incontrarsi nei giardini del collegio, tra occhi indiscreti. Dolci parole e sguardi d'intesa, che però spaventano a morte Resine, che non vuole essere tacciata per lesbica e non accetta proprio la parola. Quando una compagna le vede vicine ed iniziano a circolare voci su di loro, Resine prega Simone di presentargli qualche ragazzo e di dimenticare ciò che è successo tra di loro.
Durante l'incontro con un ragazzo, Resine però sembra con la testa da un'altra parte e il suo pensiero va a Simone, che nello stesso locale è corteggiata da un insistente collega/attore.
Di ritorno al collegio, Resine si arrende al suo sentimento per Simone ma è troppo spaventata per questo nuovo tipo di sentimento, e la parola "lesbica" la spaventa a morte.
Durante le vacanze estive, Resine riceva una telefonata: viene a sapere che Simone è stata uccisa da quel collega/attore che lei rifiutava strenuamente.
La ragazza è sconvolta, e torna al collegio. Qui incontra il ragazzo che gli aveva fatto conoscere Simone e che gli racconta per filo e per segno tutto il tragico fatto.
Prima di andarsene, consegna a Resine una lettera che è stata trovata nella scrivania di Simone. La destinataria è proprio Resine, e nelle lettera è riportata una poesia che lei stessa aveva recitato giorni prima davanti alla classe: "ora che l'ho conosciuta, io devo morire. Per quel sorriso splendente, così difficile da descrivere, devo morire. Per quelle mani chiare e delicate devo morire...".
Molto toccante anche il dialogo interiore finale di Resine, quasi commovente: "Simone ora che sei morta, siamo legate per l'eternità. Questo dolore lacerante che sento, non puo' essere altro che amore. Questo dolore è la punizione per essere scappata da te e dal tuo sentimento d'amore. Poichè non posso morire, avrò un cuore di pietra per il resto dei miei giorni".
C-A-P-O-L-A-V-O-R-O.
Il tratto di Ryoko Yamagishi è si bello e curato, ma essendo un lavoro del '71 risulta ancora piuttosto acerbo, specie per quanto riguarda i volti dei personaggi secondari. Apparte questo, rimane un disegno che per l'epoca è molto accattivante e curato, soprattutto per quanto riguarda i vestiti e le acconciature delle protagoniste.
Uno shojo-ai [amore tra ragazze] molto breve (80 pagine circa) ma davvero intenso.
"Shiroi Heya no Futari" [traduzione: "Le due nella stanza bianca"]
Volumi pubblicati: 1 (volume unico)******Inedito in Italia******
Storia: 9
Disegni: 8,5